E’ esistito un tempo in cui se fossi tornata a casa con i capelli tinti di rosa non solo mi sarei beccata un manrovescio in pieno volto (vincolata ai miei dalla patria potestà), ma probabilmente sarei stata anche oggetto di occhiatacce di sdegno e stupore da parte degli sconosciuti per strada. Cosa che mi risulterebbe molto difficile immaginare oggi, visto il proliferare di celebri chiome rosa e di pallide imitazioni fra la gente comune. Ci sono passate le Katy, le Lana, le Avril di turno; nessuna è riuscita a sottrarsi alla febbrile moda di tingersi i capelli del colore suddetto. Come dargli contro, d’altronde? È un colore che dona praticamente a chiunque, al contrario di un verde acquamarina o di un viola (avete mai provato? nei migliori dei casi si abbatterebbe sulla vostra carnagione pallida come il cosiddetto “pugno nell’occhio”. Nel senso che le conferirebbe una tonalità livida). Si tratta di un must di stagione, proposto da passarelle e riviste patinate di ogni tipo. Eppure c’è stato un periodo in cui “farsi i capelli rosa” non sarebbe stato accettato con altrettanta disinvoltura e solo pochi avevano il coraggio di sfoggiarlo con una certa attitudine. Potete allora scegliere se aggregarvi alla colorata carovana e tenere anche solo una ciocca o la frangetta colorata senza essere messe alla porta sul posto di lavoro, o aspettare tempi in cui il rosa sarà tornata una tonalità per capelli di una minoranza punk e riottosa. Intanto godete di questa pregevole gallery di chiome rosa, che possa esservi di ispirazione.
- Prima che sfornatrice di prole seriale Angelina è stata anche questo.
- Simply Drew.
- Alle dirette discendenti di divinità si puà perdonare (quasi) tutto
- Portare il rosa è anche questione di stile: Nicki Minaj
- Non solo Perez.
- Charlotte Free
- Claire Boucher aka Grimes
benedetta
8 Maggio
quando mi feci i capelli rosa, parliamo dei gloriosi quanti orrendi 15 anni, mi dissero che assomigliavo a una di quelle scope che vendono al mercato (avendoli ultra lisci).
le battute si sprecavano.
ma il meglio è arrivato quando, scolorandosi, hanno virato verso il famoso “ravanello pallido”.
quello era coraggio negli impietosi anni 0.